Entro il mese di settembre la Conferenza Stato-Regioni dovrebbe condividere la nuova riforma delle politiche attive, facendo un ulteriore passo avanti verso l’implementazione del programma nazionale Garanzia di Occupabilità dei lavoratori (GOL) che definisce veri e propri diritti per i lavoratori che si rivolgono ai centri per l'impiego in tutto il Paese.
La legge di Bilancio 2021 ha appositamente istituito un Fondo per l'attuazione di misure relative all'attuazione di politiche attive del lavoro le cui risorse verranno in parte utilizzate per l’istituzione di un Programma nazionale denominato Garanzia di occupabilità (GOL). Il GOL è finalizzato all’inserimento occupazionale tramite l’erogazione di servizi di politica attiva del lavoro, nell’ambito del Patto di servizio personalizzato stipulato tra i soggetti disoccupati e i centri per l’impiego al fine dell’inserimento lavorativo.
I beneficiari del Piano dovrebbero essere circa 3 milioni entro il 2025, di cui il 75% devono essere:
- donne
- disoccupati di lunga durata
-persone con disabilità
- giovani under 30
-lavoratori over 55.
Andando ad un maggior livello di dettaglio il riferimento specifico dovrebbe essere agli addetti in CIGS per prospettata cessazione, in CIGS per accordo di ricollocazione e i lavoratori autonomi con partita IVA chiusa. Dovrebbero essere ammessi al Programma poi anche i beneficiari di NASPI e DIS-COLL, del reddito di cittadinanza, i lavoratori fragili o vulnerabili, i disoccupati senza sostegno al reddito, i soggetti working poor (che versano in condizione di precarietà).
Il nuovo Programma GOL intende imparare dall'esperienza di questi anni, cercando di superare, con un approccio basato sulla definizione di livelli essenziali delle prestazioni, l'eccessiva eterogeneità dei servizi erogati a livello territoriale.
Altri elementi su cui sarà necessario intervenire è la prossimità degli interventi e l'integrazione in rete dei servizi territoriali. Attenzione specifica sarà dedicata all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.
Il Programma sarà adottato con decreto interministeriale, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Si prevede poi l’adozione del Piano Nazionale Nuove Competenze, promosso dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali in collaborazione con l’ANPAL e d’intesa con le Regioni, con l’obiettivo di riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e disoccupati, mediante il rafforzamento del sistema della formazione professionale e la definizione di livelli essenziali di qualità per le attività di upskilling e reskilling in favore dei beneficiari di strumenti di sostegno (NASPI e DIS-COLL), dei beneficiari del reddito di cittadinanza e dei lavoratori che godono di strumenti straordinari o in deroga di integrazione salariale (CIGS, cassa per cessazione attività, trattamenti in deroga nelle aree di crisi complessa).
Il Piano integrerà anche altre iniziative, riguardanti le misure in favore dei giovani, quale il rafforzamento del sistema duale e dei NEET, oltre che le azioni per le competenze degli adulti, a partire dalle persone con competenze molto basse. Per i lavoratori occupati, in particolare, è rafforzato il Fondo nuove competenze, istituito sperimentalmente nel 2020 per consentire alle aziende di rimodulare l’orario di lavoro, al fine di favorire attività di formazione sulla base di specifici accordi collettivi con le organizzazioni sindacali. In tal modo, individuato il fabbisogno formativo per la specifica azienda, il settore o il territorio, si assicura l’aggiornamento professionale richiesto mettendo in capo alle risorse del Fondo il costo delle ore trascorse in formazione. Restano a carico delle imprese i costi della formazione (docenti e aule), per i quali è possibile il ricorso ai Fondi interprofessionali.
Il Fondo può essere attivato anche per aziende che utilizzano la Cassa integrazione e, quando i trattamenti sono volti a far fronte a ristrutturazioni o crisi strutturali, le attività di formazione promosse sono cruciali per accompagnare processi di ricollocazione della forza lavoro ovvero aiutare la transizione verso nuova occupazione.
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